Autonomia dell’Emilia-Romagna

Presentata un’interrogazione al Ministro Stefani

Autonomia: ho depositato assieme all’on. Marco Di Maio (e ai colleghi deputati emiliano-romagnoli Benamati, Critelli, De Maria, Franceschini, Incerti, Marattin, Pagani, Pini, Rizzo Nervo), un’interrogazione a risposta orale.

Chiediamo se il Governo intenderà valorizzare il percorso per l’autonomia della Regione Emilia-Romagna, intrapreso dal presidente Stefano Bonaccini, per ottenere “forme e condizioni particolari di autonomia” sulla base delle intese sottoscritte, al pari di Lombardia e Veneto, e quali saranno i tempi di attuazione.

Ciò tenuto conto del fatto che la Regione Emilia-Romagna non ha sostenuto alcuna spesa per arrivare all’intesa sull’autonomia territoriale firmata con il Governo, a differenza di Lombardia e Veneto, dove si sono svolti i referendum consultivi.

Interrogazione a risposta orale al Presidente del Consiglio dei ministri,

Per sapere

Premesso che:

– il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Sen. Erika Stefani, in alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa in data 2 giugno 2018, ha affermato che: “Se si affossa l’autonomia, salta il governo. Per noi è una partita fondamentale, ci abbiamo messo la faccia e abbiamo preteso fosse inserita nel contratto. Non vedo però per quale ragione dovrebbero mettersi di traverso: in Veneto e in Lombardia l’hanno sostenuta, perché non dovrebbero farlo in parlamento?”;

– la Regione Emilia-Romagna attraverso l’azione del suo Presidente Stefano Bonaccini, che è anche il presidente della Conferenza delle Regioni, ha avviato, per prima, un percorso partecipato e condiviso con tutta la società regionale per promuovere e conseguire ulteriori “forme e condizioni particolari di autonomia” (ai sensi dell’art. 116 della Costituzione), arrivando altresì alla firma di un accordo preliminare con il Governo siglata in data 28 marzo 2018;

– è importante sottolineare come questo iter, di cui in premessa, si sia svolto, senza un utilizzo incauto di risorse pubbliche come è, invece, avvenuto in Lombardia e Veneto, con il ricorso a referendum consultivo;

– l’obiettivo di utilizzare in Emilia-Romagna una parte dei tributi pagati nel proprio territorio avrà effetti positivi sul Pil e quindi sulla fiscalità nazionale;

– oltre al Presidente della Emilia-Romagna, hanno firmato, per le proprie Regioni, un accordo analogo con il Governo, anche i Presidenti della Lombardia e del Veneto, che hanno condiviso con l’Emilia-Romagna il Tavolo di negoziato con l’esecutivo nazionale;

Si chiede al Presidente del Consiglio dei Ministri di sapere, anche alla luce delle propagandistiche dichiarazioni del Ministro per gli Affari Regionali, richiamate nelle premesse, se il Governo intenda assicurare eguale priorità, alle procedure avviate anche dalla Regione Emilia-Romagna, per ottenere “forme e condizioni particolari di autonomia” sulla base delle succitate intese, al pari di Lombardia e Veneto,  e quali saranno i tempi di attuazione, con l’obiettivo di premiare le Regioni virtuose e che,  al tempo stesso, rispettano in pieno  l’unità giuridica, economica e  finanziaria del Paese.

ROSSI, M. DI MAIO, BENAMATI, CRITELLI, DE MARIA, FRANCESCHINI, INCERTI, MARATTIN, PAGANI, PINI, RIZZO NERVO.

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