I primi provvedimenti sono arrivati all’attenzione del Parlamento e nel passaggio dalle parole ai fatti i giallo-verdi dimostrano la loro inadeguatezza
Cari amici, colgo l’occasione del mese di agosto per augurare a tutti una buona pausa estiva. In questi primi mesi di lavoro alla Camera dei deputati, tra i provvedimenti più importanti portati all’attenzione del Parlamento, il Governo ha prodotto alcuni decreti che poi sono stati tradotti in legge, tra i quali quello che maggiormente ha fatto discutere, il Decreto Dignità, proposto dal vicepremier Di Maio. Un decreto omnibus che non solo ha affrontato le questioni del mercato del lavoro, ma ha riguardato anche questioni come la scuola, lo sport, lo split payment e le delocalizzazioni dei gruppi industriali. Il Decreto Dignità non merita questo nome ed è assolutamente inadeguato a raccogliere le sfide, economiche e sociali, che ci attendono. Come nella stessa relazione tecnica viene indicato, esso provocherà una riduzione di 8.000 posti di lavoro all’anno per dieci anni. Il decreto ha poi raccolto diverse critiche, in particolare dal mondo della piccola e media impresa.
La cosa più eclatante di questo decreto è che, nonostante gli annunci e i proclami in campagna elettorale contro il Jobs Act e a favore dell’articolo 18, alla prima possibilità di reintrodurlo (attraverso un emendamento presentato da Leu) il governo giallo-verde ha votato contro. Un’altra tematica su cui abbiamo discusso, sempre nel decreto, è stata la vicenda dei diplomati magistrali nel mondo della scuola. Seppure consapevoli della delicatezza dell’argomento, la soluzione prospettata dal governo non è soddisfacente, poiché scontenta tutte le categorie coinvolte: gli studenti e i laureati in scienze della formazione si troveranno una nuova graduatoria per loro inaccessibile, poiché servono due anni di servizio per accedere al concorso voluto dal governo e la graduatoria si chiuderà solo quando sarà esaurita, cioè circa 10-15 anni. I diplomati magistrali nel 2019 saranno licenziati, e solo se risulteranno primi nelle graduatorie regionali potranno riavere la cattedra, che non coinciderà certamente con quella precedente. Insomma, un altro pasticcio realizzato da chi è capace di offrire soluzioni a parole, ma non nei fatti. A inizio settembre arriverà a Montecitorio, dopo essere passato in Senato, il Decreto Milleproroghe che ha già provocato un intenso dibattito nelle comunità, in particolare su due temi che noi riteniamo di grande importanza: il primo è la proroga al successivo anno scolastico dell’obbligo della vaccinazione per i bambini frequentanti i servizi educativi dell’infanzia, come previsto dal decreto Lorenzin. Una battaglia fondamentale, prima di tutto per garantire la salute delle nostre comunità a partire dai più piccoli, dato che si è ridotta la percentuale dei vaccinati e ciò ha messo in crisi l’immunità di gregge: segnalo a tal proposito questa bella intervista alla mamma di una bambina immunodepressa. Il Pd ha avviato la campagna online “Io vaccino”, alla quale ti chiedo di aderire cliccando qui.
L’altro tema che vede i sindaci mobilitati in prima persona sono i fondi dei Bandi Periferie, spostati al 2020. Un bando che, voluto dai governi Renzi e Gentiloni, aveva consentito di presentare e finanziare progetti di rammendo e riqualificazione delle periferie per 2 miliardi e 100 milioni di euro. Sono progetti che, vicino a noi, coinvolgono Modena con il quartiere Sacca e il Data Center, Reggio Emilia con l’area Ex Santa Croce, oltre a diverse operazioni per il miglioramento e la sicurezza urbana. Per seguire la vicenda, vi consiglio il video del mio collega Luigi Marattin e l’intervento del sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi. Il governo di un Paese è qualcosa di estremamente affascinante, ma richiede conoscenza, competenza e responsabilità. Perché si può, nei primi mesi, cercare delle armi di distrazione di massa come l’immigrazione e i costi della politica per raccogliere facile consenso, ma poi quando c’è da rispondere alle tante promesse elettorali (a partire dalla flat tax), le difficoltà vengono al pettine e lo vedremo a partire dalla prossima Legge di Bilancio. Intanto, fino al 15 di agosto, prosegue la Festa Regionale del Partito Democratico a Villalunga. Se mai ce ne fosse bisogno, questo evento conferma la capacità attrattiva della Festa per il pubblico di tutte le età, visto il successo di queste sere. Abbiamo ospitato importanti leader del Partito Democratico, e le dirette Facebook delle diverse serate – che hanno registrato già 60.000 visualizzazioni complessive – sono disponibili sulla pagina della Festa di Villalunga. Io mi sono confrontato con Maria Elena Boschi sull’attualità politica, la sera del 3 agosto. Puoi vedere il video del dibattito cliccando qui. La Festa prosegue fino a Ferragosto, con lo spettacolo finale dei fuochi di artificio: se vi va di prendere il fresco sul parco del fiume Secchia, la Festa offre tanti appuntamenti diversi, tra musica, politica e spettacoli e una ricca offerta gastronomica. Da agosto in poi, tante feste del Partito Democratico si susseguono: anche Festareggio si rinnova, nel nuovo spazio delle Fiere di Mancasale. Se vi va, il 4 settembre, sarò sul palco dei dibattiti, per confrontarmi con alcune esperienze di giovani del territorio provinciale che hanno fatto dell’impegno politico e sociale la cifra del loro agire.