No all’autocertificazione e solidarietà a Zaytsev
Introdurre l’autocertificazione rispetto a un serio e comprovato obbligo di vaccinazione è un clamoroso autogol per la salute pubblica: solo dopo avere monitorato il livello di copertura totale (che non può essere sotto il 95% per cento) per assicurare l’immunità di gregge, si può pensare di alleggerire il provvedimento. Lo Stato deve farsi garante della salute pubblica, non assecondare le paure degli antivaccinisti, che in pochi anni hanno portato l’Italia a essere il luogo della propagazione e diffusione di malattie importanti come il morbillo. E al dato scientifico e sanitario non può non associarsi il dato umano e sociale: c’è da avere paura di un mondo in cui un grande campione di pallavolo come Ivan Zaytsev viene insultato sul Web per avere vaccinato sua figlia. Un gesto di civiltà come vaccinare e proteggere la salute dei propri figli, non può diventare un pretesto per dare sfogo alla violenza arrivando a minacciare di morte un padre di famiglia, oltre che un campione. Urge una vaccinazione di buon senso, rispetto e umanità sui social. Occorre difendersi dalla meningite, certo, ma ancora di più da questa violenza diffusa che spopola tra i leoni di tastiera. E per quest’ultima, non è ancora stato inventato un vaccino potente in grado di debellarla.