Lavori parlamentari: la prossima settimana l’approvazione del decreto Milleproroghe
Stefano Bonaccini ha presentato la giunta che lo accompagnerà in questi cinque anni nella guida della Regione Emilia-Romagna. Una squadra competente, di grandissimo profilo, ma che soprattutto dimostra l’equilibrio del presidente nello scegliere coloro che lo affiancheranno in questo lungo viaggio.
Sulla scia della vittoria del 26 gennaio, i nuovi componenti di giunta porteranno il loro fondamentale contributo, siano essi politici, tecnici, figure della società civile. Una squadra che sarà chiamata a iniziare un percorso caratterizzato da molte sfide e ostacoli, ma anche da grandi opportunità: innanzitutto quella di migliorare il benessere e la qualità della vita di tutti gli abitanti dell’Emilia-Romagna.
È un importante risultato anche per la rappresentanza territoriale della provincia di Reggio Emilia, con la nomina di Alessio Mammi assessore all’Agricoltura e all’Agroalimentare -un incarico strategico per l’Emilia-Romagna e per i rapporti con l’Europa- di Giammaria Manghi come capo di gabinetto del presidente, e di ben 5 consiglieri regionali di centrosinistra eletti in Assemblea regionale. Essi sapranno rappresentare al meglio Reggio Emilia e le nostre istanze territoriali: e sono certo che saranno in grado di dare valore a tutta la comunità.
A loro, e soprattutto al Presidente Bonaccini che ho avuto il privilegio da affiancare in questi anni, va il mio sincero augurio di un buon lavoro.
LAVORI PARLAMENTARI: IL PUNTO DELLA SITUAZIONE
In questa settimana parlamentare è in discussione presso le commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio e tesoro, l’approvazione del decreto Milleproroghe che approderà in Aula all’inizio della prossima settimana. Al centro del dibattito un argomento indirettamente collegato al decreto: la prescrizione, che ha alzato il livello di tensione all’interno delle forze di maggioranza.
La “riforma Bonafede” è stata votata dalla precedente coalizione di governo Lega e Movimento 5 stelle e dal 1 gennaio 2020 ha abolito la prescrizione: la garanzia giuridica che pone un limite temporale alla durata dei processi. L’impegno che ha assunto una parte della nuova maggioranza è provare a modificare parte delle garanzie istituzionali, per evitare che un processo non duri dai 15 ai 20 anni, senza terminare, per inefficienza del sistema, grazie alla prescrizione. Premesso che, come sancito dalla Costituzione italiana, un imputato è innocente fino a prova contraria, la proposta di riforma del processo penale fissa scadenze e sanzioni qualora siano violati i termini e prevede inoltre delle conseguenze se si verificano allungamenti dei tempi delle indagini. L’intento è quello di approvare rapidamente una riforma in Parlamento per assicurare tempi ragionevoli e certi della giustizia e dei processi.
A causa dello stallo sulla prescrizione, si stanno generando inutili tensioni all’interno della maggioranza di governo. Un brutto spettacolo che non dovrebbe verificarsi, soprattutto in un momento come questo, in cui dovremmo farci carico di alcuni problemi seri che affliggono il nostro Paese. La Commissione europea ha pubblicato i dati sulle previsioni economiche di crescita dei Paesi membri: l’Italia è in ultima posizione con un tasso di crescita dello 0,3 per cento per l’anno 2020. Pochi giorni fa i dati Istat 2019 hanno certificato il crollo della produzione industriale del 2019 di un meno 1,3 per cento, che è il peggiore risultato negli ultimi 6 anni (a dicembre 2019 si stima un calo del meno 2,7 rispetto a novembre e del meno 4,3 per cento rispetto al 2018). Senza dimenticare la preoccupazione dei mercati per l’impatto del Coronavirus (non solo a livello sociale e sanitario), ancora difficile da valutare.
In queste condizioni, abbiamo la necessità di lavorare per rilanciare gli investimenti pubblici e privati, creare lavoro e contrastare la disoccupazione, soprattutto giovanile, e attuare il piano per le famiglie con azioni quali i nidi gratuiti e l’assegno unico universale.
Sono queste le questioni che riteniamo prioritarie. Una parte dell’attuale maggioranza di governo sta facendo della prescrizione una bandiera di tipo politico e ciò non fa bene al nostro Paese. Non ci dobbiamo dimenticare che una coalizione è composta al suo interno da diverse personalità e farne parte significa lavorare insieme per trovare soluzioni condivise, per raggiungere un punto di incontro e di sintesi, senza porre degli aut aut che non sono quasi mai risolutivi. Rischiare di riportare a breve l’Italia verso una crisi di governo implicherebbe un’unica soluzione che, in questo caso, sarebbe solo il voto anticipato.