Non ci sono risposte facili c’è solo la consapevolezza che si sta facendo il meglio per il bene di tutti noi
In queste settimane difficili per la tenuta sanitaria, economica e sociale del nostro Paese, non mi sono mai permesso di muovere osservazioni, critiche o polemiche a qualsiasi livello dal locale al nazionale. Nei confronti di nessuno e in nessun campo. Perché questo è il momento dell’Unità. Un Paese, il nostro, che sta affrontando la sfida più difficile dalla nascita dell’Italia Repubblicana. Senza se e senza ma. Proprio per questo motivo la responsabilità istituzionale che sento è molto forte e viene prima della dialettica politica. Verrà il tempo delle analisi, verrà il tempo del conflitto politico tra idee diverse, verrà il tempo dei dibattiti. Perché il confronto è, appunto, il “sale della democrazia”.
Ma non si può tacere ulteriormente davanti all’attacco scomposto di presunti leader politici, che continuano a chiedere l’apertura di Camera e Senato, domandandosi come se mai fossero state chiuse in queste settimane. Forse per loro sono state chiuse nei 2 anni precedenti, vista la loro percentuale di presenza (o meglio assenza) in questa legislatura. Ci vuole rispetto. In un momento storico drammatico come stiamo vivendo, per la nostra comunità che chiede risposte serie, efficaci e chiare sul presente e sul prossimo futuro.
Per questo torno in silenzio, cercando di fornire una comunicazione più istituzionale possibile, utile per dare quelle risposte che il Paese ci chiede a gran voce. Lo stiamo facendo con il decreto Cura Italia, incardinato nei due rami del Parlamento, raccogliendo in queste ore proposte, contributi e osservazioni per migliorare il testo emanato dal Governo attraverso tutti gli strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione. Stiamo navigando in mare aperto. Non ci sono risposte facili, non ci sono certezze, c’è solo la consapevolezza che si sta facendo il meglio per il bene di tutti noi: con RESPONSABILITÀ e UNITÀ.
