Un provvedimento di straordinaria importanza
Si sta concludendo nelle commissioni referenti della Camera dei Deputati il lavoro sugli emendamenti per la conversione in legge del Decreto liquidità imprese. Un provvedimento fin da subito giudicato di una straordinaria importanza, perché consentiva di ricorrere al prestito di credito per il sistema delle imprese italiane con garanzie statali, attraverso il fondo di garanzia per le PMI e attraverso la SACE. In particolare, per la piccola e media impresa dal 17 marzo al 20 maggio sono pervenute 303.714 richieste di accesso al Fondo di Garanzia, per un importo complessivo di oltre 13,8mld di euro. Di queste, 271.314 fanno riferimento a prestiti inferiori a 25mila euro, con copertura al 100% e immediatamente erogabili.
Numeri importanti, sia come disponibilità economica che come platea potenzialmente interessata. Le imprese hanno comunque dovuto fare i conti con diversi problemi sia nell’accesso che nel rilascio del finanziamento stesso da parte degli istituti di credito, così come sollevato da diverse realtà economiche, riscontrato durante alcuni incontri in videoconferenza con diverse piccole e medie imprese del nostro territorio in queste settimane.
Ritengo però, in questa fase, inutile la ricerca della responsabilità del sistema creditizio e della burocrazia derivante dalla normativa. Quando c’è un problema deve essere affrontato con responsabilità nelle sedi opportune. Vanno quindi nella giusta direzione, raccogliendo l’invito arrivato da più soggetti attraverso un dialogo proficuo e costante, alcune modifiche apportate dagli emendamenti stilati o sostenuti dal nostro gruppo e sui quali avevo anche apposto la mia firma. Ne cito tre che ritengo i più importanti:
• Per i finanziamenti di 25mila euro per le imprese fino a 100mila euro di fatturato con garanzia 100% pubblica, il piano di rientro è stato spostato da 6 anni a 10 anni, compresi i 2 anni di preammortamento. Ma non solo: il prestito massimo è passato da 25 a 30 mila euro.
• Per le imprese che hanno maturato un fatturato nel 2019 tra 120 mila euro e 3,2 milioni di euro il finanziamento può essere erogato fino al 25% del fatturato; la restituzione passa dai 6 anni attuali fino a un massimo di 30 anni con garanzia pubblica dell’80% e del 20% di Confidi o altro istituto.
• Si è applicato, infine, il principio di fiducia e responsabilità verso l’azienda che chiede il prestito, attraverso l’autocertificazione. Se viene dichiarato il falso lo Stato punisce.
Questi interventi odierni vanno nella giusta direzione di un sostegno concreto e una reale boccata d’ossigeno per l’importante tessuto economico e produttivo del nostro Paese rappresentato dalla piccola e media impresa.