Ripresa delle competizioni di squadra a tutti i livelli e del pubblico sugli spalti
Con l’ultima giornata giocata domenica scorsa, si è concluso il campionato di calcico di serie A. In precedenza, era stato portato a termine anche quello di Lega Pro, e con la disputa dei play off è stata completata anche la serie B con relative promozioni e retrocessioni. Quando durante il lockdown insieme ai miei colleghi abbiamo detto chiaramente che era importante far ripartire il campionato di calcio, ricordo bene che ci è stato fatto notare di non avere abbastanza a cuore l’interesse generale, nel pieno dell’emergenza sanitaria. A detta di alcuni, ben altri erano i problemi del Paese: ma in tal modo, settori come lo sport e più in generale il vasto mondo dell’intrattenimento come gli spettacoli dal vivo e la cultura, venivano relegati a comparti secondari per la ripresa del nostro Paese, mentre vanno considerati, come altri, capaci di contribuire a sostenere l’economia.
Senz’altro si è trattato di un campionato difficile, vista l’emergenza sanitaria che ha comportato profondi cambiamenti sportivi e sanitari, oltre all’assenza della componente pubblico che ritengo sempre fondamentale per il buon esito dell’evento. Ma lo svolgimento e la conclusione del campionato, con i risultati acquisiti sul campo e non a tavolino, ha quindi costituito un segnale chiaro: il mondo dello sport può tornare a vivere, e ridare speranza, emozioni e fiducia nel futuro ai tanti italiani che lo seguono con grande attaccamento.
A partire da questi giorni quindi, come già fatto presente anche al Ministro Spadafora, il quale condivide il nostro impegno, occorre che il pubblico ritorni nei grandi eventi sportivi, sempre con le giuste e doverose precauzioni e con tutte le attenzioni sanitarie del caso. Servono inoltre delle indicazioni chiare e certe per la ripresa, a tutti i livelli, dei campionati degli sport di squadra. Non va dimenticato poi, il sostegno convinto al diffuso mondo dell’associazionismo dilettantistico, che rappresenta l’ossatura dello sport italiano: uno degli interventi economici più appropriati, è senz’altro quello del credito di imposta per le sponsorizzazioni.
Non smetterò mai di sottolineare l’importanza del movimento sportivo per il nostro Paese, dal punto di vista economico e sociale: lo sport, nella sua interezza, non merita di essere relegato a settore secondario, ma deve essere protagonista delle politiche pubbliche. E il mio lavoro in Parlamento va in questa direzione.