Referendum costituzionale, elezioni regionali e amministrative
Questa newsletter arriva alle soglie di un weekend molto importante dal punto di vista politico. È il fine settimana in cui tutta l’Italia è chiamata a esprimersi sul referendum, ma per molte località vi saranno le elezioni regionali e amministrative.
Per ciò che riguarda il quesito del taglio dei parlamentari, esso mi vede a favore. Il mio Sì al referendum del 20 e 21 settembre è ragionato e riformista: ed è ben lontano da un sì populista. Le ragioni del sostegno al Sì da parte del Partito Democratico, infatti, non trovano fondamento nell’antipolitica e neanche in un eventuale risparmio dei costi, ma si allineano all’interno di quei tentativi di riforma costituzionale promossi da tutte le forze politiche in diverse legislature, e non da ultimo nel 2016 con la riforma Renzi (che era ben più organica). È un sì coerente con ciò che accade nelle democrazie europee a noi più vicine, dove il tema della rappresentanza e quindi il rapporto cittadini/eletti a suffragio universale rimarrebbe comunque superiore al nostro, anche dopo la riduzione: in Italia vi è un eletto ogni 100mila abitanti circa, mentre Francia e Germania vedono un rapporto di 1 eletto ogni 116.000 abitanti. Il Sì è coerente con il voto a favore espresso in ultima lettura dal 97% dei deputati (da FdI al PD), ed è un sì coerente con l’impegno assunto nel momento in cui il nostro partito, nelle condizioni politiche ben conosciute nel 2019 per arginare chi invocava pieni poteri, ha condiviso un accordo di governo con il M5S. Esso prevedeva, insieme al sostegno della modifica costituzionale, anche un’intesa sulla modifica della legge elettorale, l’elettorato attivo per i 18enni al Senato e il superamento delle circoscrizioni regionali per l’elezione del Senato. Progetti di legge, questi, che sono stati incardinati in queste settimane all’interno dei lavori delle commissioni parlamentari e dell’Aula. Infine, è un Sì coerente con l’attenzione di una politica capace di raccogliere le istanze della comunità. Sottrarre argomenti all’antipolitica, e ristabilire un rapporto migliore tra politica nazionale e opinione pubblica è il nostro obiettivo: tutto il contrario, ne sono convinto, di chi sostiene che questa sarebbe la vittoria del populismo. Una riforma quindi modesta, puntuale, che non attenta alla democrazia o alla rappresentatività della classe politica nel nostro Paese; è bensì una riforma che spero sia utile per iniziare veramente, partendo da piccoli interventi, un processo di riforma più complessivo, di cui l’Italia necessita, per rendere il sistema più moderno ed efficiente nel Terzo millennio.
Sul fronte delle regionali e delle amministrative, il quadro è ancora più complesso. La nostra regione non è interessata al rinnovo del Presidente, ma anche per noi ci saranno sfide importanti da monitorare con attenzione: Imola, Faenza, Bondeno, Comacchio e Vignola saranno dei test molto interessati a livello di Emilia-Romagna, con anche l’opzione del ballottaggio, ma non dobbiamo dimenticare neppure i Comuni a noi più prossimi come Luzzara e Canossa, chiamati a esprimersi sul loro futuro primo cittadino. A tutti i candidati Pd va il mio sostegno sincero: e un saluto particolare, appena fuori confine, va al Sindaco Mattia Palazzi, mantovano, che corre per il secondo mandato e a cui faccio il mio in bocca al lupo più sentito.
È inutile nascondere il fatto che il risultato delle elezioni regionali e comunali influenzerà pesantemente la prospettiva e la salute complessiva di questo governo: se la nostra Regione è coinvolta solo parzialmente dalla competizione da un punto di vista meramente numerico (15 Comuni coinvolti) seppure in presenza di situazioni interessanti, ben altra sfida sarà quella relativa alle Regioni Veneto, Liguria, Marche, Puglia, Campania, Toscana e Valle d’Aosta, e i Comuni sede di amministrative. Credo che sarà molto importante definire lo spazio politico del centrosinistra all’interno di un progetto plurale e largo il più possibile, per fronteggiare la sfida di una destra aggressiva e populista.
Di quanto sia importante vigilare, per evitare che pensieri di crescente intolleranza si propaghino all’interno delle nostre società, lo dimostrano diversi fatti di cronaca. Anche a Casalgrande, recentemente, è accaduto un episodio che sinceramente fa molto riflettere. Invece di gioire per la tanto attesa riapertura delle scuole, qualcuno (forte dell’anonimato) ha pensato bene di scrivere su uno striscione “Via il gender dalle scuole”. Come sappiamo, all’interno delle “Iniziative per il rilancio Italia 2020-2022“, non vi è la promozione della cosiddetta teoria gender, (che scientificamente non esiste), ma semplicemente la volontà di lottare contro gli stereotipi che alimentano le violenze sulle donne o delle immagini non veritiere della realtà. Sono queste ultime, infatti, ad essere pericolose: tanto è vero che è di qualche giorno fa la notizia del barbaro omicidio di una ragazza, accusata di frequentare un trans, per mano di suo fratello. Forse è da questa mentalità fatta di violenza e sopraffazione che dovremmo difendere i nostri figli, e l’episodio di Casalgrande in tal senso mi ha molto allarmato, spingendomi a chiedere un intervento da parte dell’Amministrazione Comunale.