Alcune riflessioni sulla situazione attuale
Siamo arrivati purtroppo dove non saremmo mai voluti arrivare: ma questa restrizione è stata assolutamente necessaria per cercare di spezzare e ridurre quella curva del contagio che in queste ore sta continuando a crescere in modo esponenziale, seppure con caratteristiche anche sanitarie diverse rispetto a marzo. Questo trend, tuttavia, sottopone il nostro sistema medico a un grande sforzo e a grandi problematiche; se questa tendenza non viene arrestata quanto prima, le conseguenze possono essere irreparabili e produrre un grosso choc per il nostro sistema, anche quello economico.
È evidente che tali scelte sono state effettuate anche perché in tutta Europa il sistema democratico, da noi come in altri Paesi, sta mostrando ormai da settimane segni di grosse difficoltà di tenuta. E ciò accade in governi di destra come di sinistra, così come è avvenuto in Italia nei giorni scorsi, dove alcuni governatori di Regione avevano intrapreso provvedimenti di maggiore restrizione per controllare una situazione di fatto divenuta preoccupante. Il testo del nuovo Dpcm, nelle comprensibilmente diverse valutazioni che oognuno di noi può fare, contiene una idea abbastanza chiara: la mobilità delle persone deve essere limitata al lavoro, alla scuola e alle necessità primarie.
Adesso però si pone un problema: occorre cercare di capire in che modo, di fronte a un ulteriore sforzo che noi chiediamo a una grande platea che definisco di non garantiti, chiamati a sobbarcarsi la propria impresa familiare sulle proprie spalle (come i ristoratori, pub, birrerie, bar e il loro tessuto di pmi, oppure i lavoratori dello spettacolo, per non dimenticare le società sportive), si possa predisporre, in modo rapido e efficiente, un sistema di risposte economiche adeguate. In questi mesi questi settori che già hanno subito il calo dei consumi, si sono adeguati ai protocolli sanitari, hanno investito risorse per gli stessi protocolli, si sono messi in gioco nel rispetto delle regole e con la consapevolezza del momento. Cultura, tempo libero e ristorazione sono settori trainanti e qualificanti del nostro made in Italy, e rischiano seriamente la non riapertura.
Un grido di allarme autentico, per chi come il sottoscritto si confronta con questi settori. Di fronte a un sentimento fatto anche di frustrazione, stanchezza e preoccupazione sul proprio futuro, che è abbastanza normale e naturale in un momento come questo, occorre che siano tutelate queste realtà. Senza promesse, ma con delle certezze: ristoro a fondo perduto con bonifico automatico dall’Agenzia delle entrate, eliminazione della rata Imu del dicembre 2020, tre mesi di credito di imposta affitti, cassa integrazione per il personale, indennità per gli stagionali dei diversi settori (dallo spettacolo allo sport).
A tutti loro va restituita la fiducia, per fare in modo, proprio come è stato detto anche oggi, che questo ulteriore ed ennesimo sacrificio, che ricade soprattutto sulle spalle di alcuni, possa avere una durata limitata, e possa consentirci di ritornare alla normalità nel mese di dicembre. Per affrontare il mese di dicembre con più serenità.
Qui il link per scaricare il testo del DPCM del 24 ottobre. E qui il link per gli allegati al DPCM.