La newsletter della settimana
1. Un anno fa, si svolgeva la manifestazione in piazza per sostenere la rielezione di Stefano Bonaccini a presidente della nostra Regione. Come sapete, l’importanza di avere ritrovato la piazza (anche grazie al fenomeno delle Sardine) è stata decisiva nel prosieguo della campagna elettorale. Credo che questo incontro sia stato l’elemento che ha fortemente indirizzato quella campagna, e ha dato soprattutto quell’entusiasmo e quella spinta necessaria a tanti di noi per affrontare i due mesi che restavano davanti. È una sfida che, va ricordato, era inizialmente data per persa; quindi quella di gennaio 2020 è stata veramente una vittoria che -seppure per la storia di ideali e valori dell’Emilia-Romagna potesse sembrare una vittoria quasi scontata e obbligata- per ciò che riguarda il contesto sociale ed economico della nostra regione e anche delle recenti elezioni sicuramente è da considerarsi, per l’esito, un evento unico.
2. L’Emilia-Romagna torna gialla. Con il DPCM di Natale, siamo tornati in area meno a rischio. In assenza di un vero cambio di passo (purtroppo i casi sono tanti anche nella nostra Regione e le terapie intensive comunque sono sotto pressione) è importante usare con buon senso questa libertà che arriva dopo alcune settimane di zona arancione. Per non disperdere ciò che è stato fatto, occorre ancora molta prudenza, e pertanto vanno ricordate alcune regole: consentito il libero movimento all’interno dei confini regionali e in altre zone gialle fino alle 22; riaprono i pubblici esercizi fino alle 18 (e dalle 18 alle 22 per il solo asporto); estesa l’attività di vendita al dettaglio fino alle 21; è consentita l’attività motoria anche oltre i dintorni di casa; mentre per il ritorno a scuola dei ragazzi delle superiori, occorrerà attendere il 7 gennaio. Il testo del Decreto è qui. Sono consapevole inoltre che sarà un Natale straordinario, poiché ci viene richiesto di rinunciare a un momento di incontro e di ritrovo con i mostri affetti più cari, la dimensione familiare del Natale si riduce solo ai conviventi. Mancherà a tutti, a me compreso, che vivevo il Natale con la mia famiglia ampia da zii e cugini, ma lo si fa per preservare i soggetti più deboli, e consentire per evitare che l’inizio del 2021 coincida con la terza ondata. Non ce lo possiamo permettere. Personalmente non vedo l’ora di uscire da quello che sembra un incubo, dove viene azzerata la nostra vita sociale e comunitaria, ma spero che, con i prossimi passaggi di autorizzazione da parte dell’Autorità europea del farmaco sui due Vaccini in fase di analisi, si possa definitivamente intravedere la luce in fondo al tunnel e si arrivi a un ritorno, durante il 2021, alla normalità.
3. Ci attende una settimana parlamentare estremamente importante: con la conclusione dell’iter per la modifica dei decreti Salvini, attraverso la conversione in legge alla Camera del decreto e quindi con la sua approvazione che avverrà mercoledì, si ottiene un traguardo importante. Tengo a sottolineare che non si riaprono in modo indiscriminato le nostre frontiere, ma anzi il tema della sicurezza diventa un tema cruciale, e sarà declinato nei termini di una maggiore sicurezza sociale per tutti, per garantire cioè maggiore tranquillità e maggiore controllo per tutti. L’Italia in realtà ha toccato con mano, in questi anni, quanto l’applicazione dei decreti Salvini non abbia coinciso, nel nostro Paese, con un aumentato controllo dei flussi: tutt’altro, era aumentata l’immigrazione clandestina. Non sfugge a nessuno l’importanza di questa settimana parlamentare, anche perché mercoledì 9 dicembre il Governo riceverà dalle Camere un ampio mandato rispetto alla modifica dei trattati del MES (common backstop), anche perché a esso è legata la stessa sopravvivenza del Governo. È un passaggio che è già stato affrontato con l’Eurogruppo dal Ministro Gualtieri, ma che troverà appunto in questa settimana un momento altrettanto importante, in vista del Consiglio europeo, quando Conte, con i Capi di Stato, darà il via libera finale alle modifiche al Trattato. Nonostante le fibrillazioni attualmente presenti in casa Cinque Stelle, e visto lo stato di necessità in cui versa il Paese, c’è quanto mai bisogno di una chiara linea europeista da parte di questo governo, che deve mettere in campo le sue forze migliori e aderire con convinzione a questo comune sforzo europeo per affrontare al meglio, e con più risorse spendibili, la pandemia e gli sconvolgimenti che ne derivano per tutti gli Stati.
4. E a proposito di crisi, l’ultimo rapporto Censis dipinge un’Italia spaventata e in difficoltà. La pandemia ha fatto crescere la paura e ha diminuito la fiducia nel domani. Preoccupano soprattutto i dati occupazionali dei giovani e di chi non ha un posto fisso. Dobbiamo impegnarci, come abbiamo fatto in tutti questi mesi, attraverso appositi provvedimenti economici del Governo, affinché gli italiani tornino a credere nel futuro.