Una riflessione sulla situazione politica attuale
Il dovere della politica è servire, sviluppare l’etica della responsabilità.
Volevo rivolgermi a voi in modo diretto, sincero, senza filtri. In queste ore ho preferito il silenzio, risulta essere più rispettoso di tante e troppe parole. Sento che in me, il discorso di martedì del Presidente Mattarella, abbia lasciato il segno; c’è una responsabilità, certo, di chi ha generato una crisi ancora incomprensibile agli occhi degli italiani, ma c’è una responsabilità di una intera classe politica, che sento anche mia.
Quando questo succede bisogna avere l’umiltà di chiedere scusa.
A prescindere dal grado di responsabilità, perché comunque si è parte. Può essere utile, per sentirsi con la coscienza pulita, scaricare su altri la responsabilità, ma le parole del Presidente sono state parole dure: per chi ha governato, per chi dall’opposizione ha strumentalizzato ogni iniziativa, per chi chiedeva il voto in un momento drammatico del nostro Paese, paragonabile solo al primo dopoguerra.
L’anagramma di Politica è ‘il capito’, adesso è il momento di capire e comprendere le preoccupazioni, la paura, le ansie, i desideri e le speranze degli italiani, dare a loro risposta. Sono anche gli impegni che ha sottolineato il Presidente della Repubblica: situazione sanitaria e vaccini, utilizzo delle risorse del Recovery, sostegno alle situazioni di crisi occupazionali, supporto alle tante categorie che da ormai un anno vedono più che dimezzati i propri ricavi.
È il tempo di fare politica, abbandonando l’interesse di parte, il proprio tornaconto personale per fare quello che tanti amministratori locali fanno quotidianamente, ma con la consapevolezza dì operare nell’interesse comune. Perché questo è il nostro compito, questo è stato il mio modo di agire nei diversi impegni istituzionali passati. Perché dopo queste settimane gli italiani sono stati anche troppo pazienti.
La strada tracciata dal Presidente Mattarella a partire dall’incarico a una personalità come quella di Mario Draghi, è quella giusta, non per far abdicare ma per rafforzare e ridare forza alle Istituzioni e di conseguenza ai suoi interpreti.
Ora è il momento della responsabilità, è il momento di rimboccarsi le maniche di fronte alle parole del Presidente e di fronte a una figura di alto profilo.
Infine al Presidente Giuseppe Conte, il quale ha gestito la difficile fase di pandemia avendo a cuore l’unità del Paese e la tenuta della maggioranza parlamentare, va un mio sincero e doveroso ringraziamento.