Un partito aperto e mai chiuso, nel quale non esistono ambienti tossici
Rimando al mittente frasi infelici che non fanno altro che offendere una comunità nel suo insieme.
Oggi, attacchi che provengono da soggetti esterni al Pd e che pensano di potere influire sulle dinamiche al proprio interno, sono attacchi che una comunità politica come la nostra deve assolutamente rigettare.
Sicuramente il nostro Partito sta vivendo un momento difficile, ed è oggi obbligato, dopo le dimissioni di Zingaretti, ad aprire una riflessione su quale sia il suo ruolo all’interno della società italiana. Il nostro è un partito aperto e mai chiuso, nel quale non esistono né ambienti tossici né tantomeno cancri da estirpare.
Il Pd al contrario è fatto di militanti, amministratori, bravi sindaci e, come tutte le forze politiche radicate sul territorio ha al suo interno degli strumenti di massiva partecipazione come le primarie per scegliere la sua classe dirigente, e ha dimostrato di sapere governare ed essere pronto ad assumersi delle responsabilità, anche grandi.
Per questo, per il PD è il tempo della responsabilità, che è ciò che è oggi richiesto sia al gruppo dirigente sia all’assemblea, per fare in modo che ci sia un percorso nei prossimi mesi serio e ordinato. Da un lato, per consolidare e a sostenere un’esperienza di governo appena iniziata, di cui si condivide il profilo europeo, e dall’altro, con i propri percorsi partecipati che lo contraddistinguono, a ridefinire la propria prospettiva, il proprio campo di gioco, le proprie parole d’ordine e il proprio profilo identitario e culturale.
È un partito che deve riprendere quello spirito che nel 2007 lo ha fatto essere un’innovazione nel panorama politico italiano, capace di tenere insieme delle anime diverse, ma tutte accomunate dal riformismo e dall’europeismo.
Un partito di cui io sono orgoglioso e fiero.
