Politica e attualità, alcune riflessioni delle ultime settimane, con un pensiero particolare a tutte le vittime del Covid

La newsletter della settimana

Cari amici,

oggi, 18 marzo 2021, è la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di Coronavirus, istituita dal Parlamento. Si ricordano le oltre 103 mila vittime in questo anno di emergenza sanitaria. Il pensiero va a chi è mancato, a chi ha perso un parente, un amico, un conoscente, per un virus che ha cambiato le nostre vite e agli operatori sanitari che da un anno a questa parte sono in prima linea per combattere la pandemia. Ma insieme possiamo uscire da tutto questo. Lo dobbiamo a chi è mancato, a chi ci è caro, a noi tutti.

Domenica scorsa l’Assemblea Nazionale si è espressa e, con un’amplissima maggioranza, Enrico Letta è stato eletto segretario del Partito Democratico. Punto di partenza per tutti i democratici, sotto la guida politica di Enrico Letta, il nostro Partito deve intraprendere un percorso aperto e costituente, centrale per un nuovo centrosinistra, capace poi di dialogare con il M5S.

Questa notizia mi sembra in assoluto la novità più rilevante della settimana politica. Si sentiva il bisogno di una crisi politica per il nostro partito in una fase delicata come quella attuale che stiamo vivendo? Assolutamente no, dal mio punto di vista. In queste settimane ritengo che si sia aperto un dibattito, assolutamente contenuto nei toni e nei modi, sulla natura del nostro essere oggi Partito Democratico. Una forza politica che vuole continuare a rappresentare la nostra società nelle sue tante articolazioni, ma che necessita: di una discussione sul proprio profilo identitario e valoriale, di definire chiaramente il rapporto tra comunità politica e leadership, di ritrovare il senso di fare parte di una comunità, di allargare il proprio consenso, di riflettere sulla ricostruzione di un centrosinistra e che, infine, dialoghi in modo stabile con il M5S.

Un partito che valorizzi le diversità: perché questa deve essere la forza del Partito Democratico, in un momento in cui bisogna avere la capacità di indicare un modello di società -che negli ultimi 30 anni ha vissuto una trasformazione importante a seguito della globalizzazione e della rivoluzione tecnologica – e oggi si trova impaurita davanti agli effetti di una pandemia che ne sta cambiando i connotati. Questo è il compito di un soggetto che crede nella politica e nei partiti come mezzo di miglioramento delle condizioni di vita delle nostre comunità.

Sono sinceramente dispiaciuto delle dimissioni del segretario: seppure non l’abbia votato alle primarie, secondo la mia formazione politica il giorno dopo è anche il mio segretario, che voglio sostenere in modo responsabile e sincero. Ma, non nascondo, gli ultimi avvenimenti sono stati un dispiacere anche per il modo e per i toni usati, dal momento in cui, dopo le primarie del 2019, negli organismi dirigenti era presente un’ampia maggioranza a sostegno di Nicola Zingaretti.

Alcuni giorni fa, dopo alcuni attacchi infelici al Partito democratico, avevo fatto alcune brevi riflessioni a proposito del nostro partito, della necessità di aprire una riflessione per riprendere quello spirito che nel 2007 lo ha fatto essere un’innovazione nel panorama politico italiano, capace di tenere insieme delle anime diverse, ma tutte accomunate dal riformismo e dall’europeismo. Potete leggerle qui.

La scelta però di indicare Enrico Letta alla sua guida, che ringrazio per l’essersi preso cura della nostra comunità politica, apre una nuova fase. Le sue parole di domenica ne sono una testimonianza diretta: “Mi candido a nuovo segretario ma so che non vi serve un nuovo segretario: vi serve un nuovo Pd (…) Vorrei che oggi la discussione non si chiudesse ma iniziasse”. Enrico Letta, nel suo intervento, afferma come il Pd debba essere progressista e riformista: “Progressisti nei valori, riformisti nel metodo e radicalità nei comportamenti tra di noi”. Un partito con le porte aperte. E citando Nino Andreatta: ‘Non c’è nulla di più sovversivo della verità’”. A questo link alcuni estratti dell’intervento di Enrico Letta durante l’Assemblea nazionale del PD di domenica 14 marzo.

A lui va il mio più sincero augurio di buon lavoro.

La scorsa settimana alla Camera

In sede di esame del disegno di legge Ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, la Camera ha approvato due ordini del giorno, per i quali mi sono impegnato nella redazione e discussione.

Il primo ordine del giorno, presentato con i colleghi dem Carmelo Miceli, Francesco Critelli e Gian Mario Fragomeli, riguarda l’opportunità di inserire i sindaci, in qualità di autorità sanitarie locali, tra le categorie ammesse prioritariamente alla vaccinazione anti Covid nel nuovo Piano vaccinale. I sindaci hanno già pagato un prezzo altissimo sul fronte dell’emergenza pandemica, per il tipo di attività e funzione sono sicuramente da considerare tra le categorie maggiormente esposte al rischio di contrarre il Covid; hanno svolto un ruolo di prossimità dello Stato nei confronti dei cittadini davvero encomiabile e che deve essere valorizzato.

Il secondo ordine del giorno concerne l’opportunità di inserire gli addetti funebri, in ragione del maggiore rischio di contagio legato al lavoro svolto, tra le categorie ammesse prioritariamente alla vaccinazione, riconoscendo così la valenza del loro intervento e mettendoli nelle condizioni di operare con la necessaria tranquillità.

Sport

Dal momento in cui è cominciata l’emergenza Covid, lo sport è stato uno dei settori più colpiti in assoluto. La politica ha una responsabilità collettiva per la mancanza di risposte concrete al settore sportivo, nella sua interezza: dall’imprenditoria sportiva, alle piccole strutture ancorate alle realtà locali, alle organizzazioni di professionisti.

È giunta l’ora di indirizzare attenzione e risorse aggiuntive al mondo dello sport, e soprattutto di fornire risposte concrete, specifiche e differenziate per le diverse realtà sportive, su possibili riaperture e sul sostegno a un settore che coinvolge milioni di italiani. Lo sport è un simbolo di unità, locale e nazionale, e non può essere ignorato dalla politica. A questo link il mio intervento in Aula di mercoledì 10 marzo.

La nomina di Valentina Vezzali come Sottosegretaria con delega allo sport, completa la squadra del Governo Draghi, e consegna alla sport italiano una guida fondamentale in un contesto difficile come quello attuale. Una sfida importante la attende: occorrerà mettere al centro dell’azione dei prossimi mesi il tema delle riaperture in sicurezza di palestre e piscine, i ristori e i bonus diversificati ai diversi attori dello sport: dai lavoratori sportivi, agli impianti fino alle società dilettantistiche e di vertice. Tuttavia, davanti all’emergenza di questi mesi, abbiamo riscoperto l’importanza strategica e sociale dello sport, che deve diventare centrale nelle politiche pubbliche, e vedere finalmente dedicate delle risorse per interventi strutturali e investimenti sull’impiantistica, già a partire dalle risorse del Recovery Plan.

Una sfida, questa volta, non di fioretto, per la ex campionessa olimpica, per usare una metafora sportiva: senz’altro, un’avventura stimolante rispetto alla quale la neosottosegretaria troverà, nel gruppo del PD, un interlocutore attento e disponibile. L’obiettivo è quello di trovare, insieme a questa maggioranza di governo, le migliori soluzioni ai tanti temi aperti.

Ciao Raoul

Caro Raoul ti voglio ricordare così, in questa momento di festa per il tuo 80esimo compleanno, solare come la musica che hai scritto e interpretato, che racconta al mondo la storia della nostra terra e della Romagna.

La musica popolare della tradizione da sala ha accompagnato la crescita e lo sviluppo delle nostre comunità, ma più di tutte ha costruito comunità solidali, nelle balere, nelle piazze, nelle case. I nostri genitori e nonni ricordano chiaramente che si ballava ovunque, nelle strade sull’asfalto, nei campi d’erba, mentre un’orchestra suonava il liscio. Le serate di festa trascorrevano così, in compagnia della tua musica e delle persone che diventavano una grande famiglia sotto le stelle nei nostri piccoli paesi di campagna. Uno stare insieme che racconti con “la mia gente, che mi vuole bene”.

Ti saluta non solo “Romagna Capitale” ma tutto il nostro Paese e quando sarà il momento faremo un brindisi con “Romagna e Sangiovese”. Un abbraccio a tua moglie Pina e ai figli Carolina, Mirna e Mirko. I grandi artisti non se ne vanno mai, le tue ballate vivranno in eterno. Che la terra ti sia lieve. Sono intervenuto ieri in Aula per ricordare Raoul Casadei. Qui il video.

Scrivetemi a info@andrearossipd.it

Un saluto
Andrea

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