Quali iniziative intraprendere per risolvere le criticità derivanti dal contagio negli istituti penitenziari
Notizia di stamattina è la crescita del contagio all’interno delle carceri italiane. 273 detenuti positivi in più rispetto al mese scorso, per la maggior parte asintomatici. Non è una notizia che deve stupire: l’Italia è al primo posto per le carceri sovraffollate nell’Unione Europea. Al momento, i detenuti positivi asintomatici sono a stretto contatto con i detenuti non contagiati.
Nel carcere di Reggio Emilia è scoppiato un nuovo focolaio, con 46 nuovi positivi. Ad oggi, il carcere di Reggio Emilia è il più colpito in Italia dal Covid, con un detenuto positivo su tre (119 su 360 detenuti, il 14% di tutti i carcerati positivi in Italia).
Non solo i detenuti si contagiano facilmente, ma anche la polizia penitenziaria. Sono 797 i contagiati di questa categoria in Italia, di cui 10 ricoverati.
Anche il personale, la polizia penitenziaria e i detenuti godono del diritto alla salute. Occorre porre più attenzione alle carceri e a predisporre ulteriori misure per prevenire il contagio.
Bene l’azione del Ministero della Giustizia e del Dipartimento per l’Amministrazione Penitenziaria che hanno istituito uno specifico gruppo di intervento per il carcere di Reggio Emilia, in merito al tema in oggetto ho presentato un’interrogazione in queste ore.
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
“Alla Ministra della Giustizia – Per sapere; premesso che:
da notizie di stampa si apprende che l’istituto penitenziario di Reggio Emilia sarebbe il carcere con la maggiore concentrazione di positivi al Covid 19 in tutta Italia;
attualmente si conterebbero infatti circa 119 detenuti contagiati, su 355 presenti a fronte di una capienza regolamentare di 293;
si parlerebbe dunque del 14 per cento sul totale di circa 823 carcerati contagiati in tutta Italia ai quali andrebbero aggiunti anche cinque detenuti in gravi condizioni ricoverati all’ospedale Santa Maria Nuova, oltre a una ventina di agenti della penitenziaria colpiti dal virus e oltre quaranta in isolamento fiduciario;
risulta, inoltre, allo stato, essere presente una sola sezione da 34 posti dedicati ai malati di Covid: attualmente i positivi (seppur asintomatici) sarebbero in cella con i detenuti sani;
di fronte all’emergenza determinata dal diffondersi dell’epidemia Covid 19 sono stati molti gli interventi normativi adottati in via di urgenza volti a contenere il contagio nelle carceri, inoltre il “Piano strategico nazionale dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2”, elaborato da Ministero della Salute, Commissario Straordinario per l’Emergenza, Istituto Superiore di Sanità, Agenas e Aifa, adottato con Decreto del 12 marzo 2021, nelle “Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19” del 10 marzo 2021, con le quali sono state aggiornate le categorie di popolazione da vaccinare e le priorità, ha inserito tra le categorie prioritarie, a prescindere dall’età e dalle condizioni patologiche, i servizi penitenziari, comprendendo, dunque, la Polizia penitenziaria, il personale carcerario e i detenuti; inoltre la Ministra interrogata ha più volte ribadito, anche in Parlamento, l’importanza e la centralità della piena attuazione del suddetto piano per la messa in sicurezza della realtà penitenziaria nel suo complesso.
Se non ritenga dunque opportuno far luce sulla situazione di particolare criticità in cui verserebbero gli istituti penitenziari di Reggio Emilia, ed eventualmente quali iniziative intenda adottare al fine di garantire il diritto alla salute ai detenuti, a chi vi lavora a tutti coloro che ogni giorno interagiscono con tale realtà, dunque alla collettività, nonché se non ritenga urgente dare, nell’ambito delle proprie prerogative, un ulteriore impulso e una maggiore omogeneità sule territorio nazionale al Piano vaccinale nelle carceri.”
Andrea Rossi, Graziano Delrio, Antonella Incerti