Una nuova competizione “esclusiva” è la soluzione?
È giunto a mezzanotte l’annuncio di una nuova competizione calcistica europea, che si chiamerà Super Lega (Super League).
A differenza della classica Champions League, la nuova Super Lega sarà un torneo tra le squadre più grosse e importanti in Europa, sullo stile dell’NBA americana, e sarà governato dai club fondatori. Tra di questi, anche Inter, Milan e Juventus.
A competere saranno 20 squadre, delle quali 15 permanenti e 5 scelte ogni anno per meriti. UEFA, FIFA e FIGC, già sul piede di guerra, lamentano mancanza di inclusività, solidarietà ed equa redistribuzione finanziaria.
Ora, fermiamoci un secondo per riflettere, una strada piena di interrogativi e di dubbi, che però non possono essere fugati subito con risposte semplici e dettate dalla passione che ognuno di noi prova per questo sport e per la propria squadra del cuore.
Una nuova competizione “esclusiva” è la soluzione per fare fronte a una condizione evidente e ben nota a chi segue il sistema sportivo italiano e più in particolare il calcio, quale è la crisi economica e finanziaria attuale? La pandemia peraltro ha accelerato quest’ultima, così come purtroppo si registra da tempo una debolezza di investimenti infrastrutturali che rendono i nostri stadi sempre meno frequentati.
Mancano allo stato attuale elementi per rispondere a tale quesito. Il progetto annunciato dai top club europei segna però a mio avviso tanti dubbi e preoccupazioni: la dimensione elitaria di uno sport popolare per sua natura, che trova nei suoi tanti campanili le ragioni della passione di tanti tifosi, che diventa solo un grande show per pochi, riducendo quella dimensione competitiva e aumentando le diseguaglianze. Diseguaglianze non solo sportive ma anche economiche, concentrando in poche realtà i proventi dei diritti televisivi.
Preoccupazioni che mi portano a essere scettico sul progetto Superlega, anche se ne vorrei conoscere maggiormente i dettagli. In questo dibattito però vedo un’opportunità: aprire un confronto utile tra le istituzioni sportive e governative, per riformare e intervenire su uno sport che raccoglie l’attenzione di milioni di tifosi e sportivi.