Nota stampa
Un lavoro inarrestabile, quello dei carabinieri del nucleo investigativo di Reggio Emilia, che ha portato all’arresto a Parigi di Danish Hasnain, lo zio di Saman Abbas, accusato per l’omicidio e ritenuto l’esecutore materiale del delitto della giovane. Grazie alla collaborazione della polizia francese, che ha catturato questa mattina il latitante, è stata data esecuzione al mandato di arresto europeo.
Questo terribile e angosciante fatto di cronaca ha sconvolto non solo la locale comunità di Novellara, ma le coscienze di tutti noi, che da diversi mesi ormai ci interroghiamo sul destino della giovane ragazza pachistana, senza trovare risposta. Speriamo ora che questo sorprendente arresto consenta di fare luce, in tempi rapidi, sulla verità dei fatti, e di rendere giustizia alla figura Saman, giovane donna la cui unica colpa è stata quella ribellarsi a un matrimonio forzato imposto dalla famiglia. Un messaggio importante anche per tutte le ragazze, e abbiamo scoperto che non sono poche, che si sono trovate in situazioni simili.
In questi ultime settimane hanno riempito le pagine di cronaca i 7 femminicidi commessi in 7 giorni e i molti altri casi di violenze da parte di ex mariti e compagni. È davvero una responsabilità di tutti noi creare le condizioni affinché la spirale di violenza verso le donne finisca: un impegno sociale e morale che non deve lasciare sole le vittime e costruire una rete di protezione volta all’emancipazione delle vittime di violenza. Se esiste un messaggio nella vicenda di Saman, che ci auguriamo che si concluda presto, anche grazie all’arresto avvenuto in data odierna, è quello che le donne, a qualsiasi latitudine, meritano rispetto.
Non è più tollerabile che la spirale di violenza che coinvolge le donne, italiane e straniere, nel nostro Paese, possa continuare con questa recrudescenza. Il dovere che tutti noi abbiamo, collettivamente come politica ma anche individualmente come persone e famiglie, è quello di aiutare le donne, di qualsiasi nazionalità esse siano, è quello di farle uscire dal maltrattamento, dalla prepotenza e dalla sopraffazione fisica e mentale. Una sfida educativa di ampio respiro, senza la quale il nostro Paese non può definirsi civile.