Il testo presentato alla Camera
MOZIONE
La Camera,
Premesso che,
gli eventi sportivi come i Mondiali di calcio, le Olimpiadi e le Paralimpiadi rappresentano uno straordinario veicolo di comunicazione sociale, e contano su un vastissimo numero di appassionati alle discipline sportive. I grandi eventi sportivi creano visibilità e permettono la diffusione a livello internazionale dei paesi organizzatori, creando valore e mobilitando la condivisione di esperienze tra i vari attori coinvolti;
lo sport e gli eventi sportivi in generale contribuiscono allo sviluppo economico di un territorio, di promozione commerciale, turistica, del patrimonio artistico e culturale. Sono riconosciuti come fattore di crescita in termini di effetti sul valore aggiunto, generando flussi finanziari e di indotto economico per anni, sia antecedenti che successivi alle manifestazioni;
lo sport rappresenta non solo un fenomeno positivo per l’aspetto economico e per lo sviluppo territoriale, ma ha particolare rilevanza per la salute pubblica, per l’integrazione e l’istruzione come fattore di legame sociale coinvolgendo persone di tutte le età. Gli effetti dello sport sulla popolazione sono veicolati sulla qualità della vita e della salute delle persone che praticano sport a vari livelli, sono trasmessi a livello educativo nelle scuole di ogni ordine e grado e sono diffusi a livello di comunità, rafforzandone il tessuto sociale, con l’impiego di volontari e appassionati nelle associazioni e società sportive;
i grandi eventi rappresentano un’occasione per riqualificare e rigenerare intere città e paesi, dando nuova immagine a nazioni e trasmettendo i valori e le peculiarità delle comunità e della popolazione che vi abita, superando i conflitti e i confini;
i valori dello sport sono richiamati a partire dalla Carta olimpica: il principio di uguaglianza e di collaborazione tra chi vuole partecipare ai Giochi: “La pratica dello sport è un diritto dell’uomo. Ogni individuo deve avere la possibilità di praticare lo sport senza discriminazioni di alcun genere e nello spirito olimpico, che esige mutua comprensione, spirito di amicizia, solidarietà e fair-play”;
la dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo del 1948 all’articolo 1 stabilisce che “tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti. Sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire in uno spirito di fraternità vicendevole”, all’articolo 2: “Ognuno può valersi di tutti i diritti e di tutte le libertà proclamate nella presente dichiarazione, senza alcuna distinzione di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, d’opinione politica e di qualsiasi altra opinione, d’origine nazionale o sociale, che derivi da fortuna, nascita o da qualsiasi altra situazione. Inoltre non si farà alcuna distinzione basata sullo statuto politico, amministrativo o internazionale del paese o del territorio a cui una persona appartiene, sia detto territorio indipendente, sotto tutela o non autonomo, o subisca qualunque altra limitazione di sovranità” e all’articolo 3: “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della sua persona”;
nel 2022 cominceranno i Mondiali di calcio, per la prima volta ospitati da un Paese del Medio Oriente, il Qatar;
non possiamo dunque, in questa occasione, non porci, e non porre, interrogativi in merito al rispetto dei diritti umani in Qatar;
nel rapporto del 31 marzo 2016 di Amnesty International (“il lato oscuro del gioco più bello del mondo: lo sfruttamento del lavoro migrante per costruire un impianto dei mondiali di calcio 2022”) l’organizzazione condannava lo sfruttamento del lavoro migrante nella costruzione dello stadio Khalifa, chiedendo alla FIFA, alle squadre e agli sponsor di prendere posizioni in difesa dei lavoratori;
da allora sarebbero circa 6.500 i lavoratori migranti provenienti da India, Pakistan, Nepal, Bangladesh e Sri Lanka morti in Qatar da quando il paese mediorientale ha ottenuto il diritto di ospitare la Coppa del Mondo di calcio 10 anni fa;
anche secondo il Guardian, che cita fonti governative, una media di 12 lavoratori migranti provenienti da queste cinque nazioni dell’Asia meridionale sarebbero morte ogni settimana dal dicembre 2010;
negli ultimi 10 anni il Qatar ha intrapreso un programma di lavori pubblici senza precedenti, in gran parte in preparazione per il torneo mondiale di calcio del 2022: oltre a sette nuovi stadi, sono stati completati o sono in corso dozzine di grandi progetti, tra cui un nuovo aeroporto, strade, sistemi di trasporto pubblico, hotel e una nuova enorme struttura, alla costruzione della quale hanno partecipato numerose imprese italiane, destinata che ospiterà la finale dei Mondiali;
nonostante le denunce delle organizzazioni internazionali (tra le altre Amnesty International, Human Rights Watch) e un costante monitoraggio della situazione, ad oggi non si sono registrati miglioramenti nelle condizioni di lavoro della manodopera impiegata nei cantieri, né il Governo del Qatar ha adottato misure idonee al contrasto del fenomeno;
per quanto riguarda i diritti delle donne, come riporta Human Rights Watch (HRW) in un documento diffuso recentemente (“Tutto quello che faccio è legato ad un uomo: le donne e le regole di tutela maschile in Qatar”), le donne in Qatar hanno superato molte barriere e fatto notevoli progressi in molti campi, tuttavia, devono ancora subire un sistema oppressivo che impedisce loro di vivere vite indipendenti, piene, come afferma Rothna Begum, ricercatrice esperta di diritti delle donne presso HRW, poiché il “sistema di tutela maschile” che è in vigore in alcuni tra cui il Qatar, impedisce alle donne di studiare all’estero, di sposarsi, di lavorare in posizioni pubbliche, di viaggiare senza l’approvazione dell’uomo; le donne, inoltre, non possono agire da principali responsabili dei figli, anche quando ottengono la custodia legale in seguito al divorzio;
per quanto riguarda poi i diritti delle persone LGBT va considerato che gli atti omosessuali sono illegali e che non è previsto alcun riconoscimento giuridico per le coppie dello stesso sesso;
considerate le recenti rese dichiarazioni alla Cnn del presidente del comitato organizzatore del Mondiale in Qatar, Nasser Al Khater, in merito al coming out del giocatore australiano: “Josh Cavallo sarebbe il benvenuto qui in Qatar, nessuno qui si sente minacciato. Il Qatar è come qualsiasi altra società di questo mondo. Tutti sono benvenuti. Ma le dimostrazioni pubbliche d’affetto sono disapprovate, questo vale su tutta la linea”;
preso atto che le istituzioni internazionali sportive già durante la possibile nascita della Superlega, si sono mobilitate con il sostegno dei tifosi, delle società del mondo dello sport e degli appassionati, evidneziando come la stessa competizione non fosse in linea con i valori fondanti dello sport;
ritenuto che i Mondiali di calcio, come altri eventi sportivi internazionali, rappresentano un momento importante per veicolare valori universali come i diritti umani e i diritti civili, diritti inalienabili e fondamento di libertà.
IMPEGNA IL GOVERNO
come sollecitato dalle organizzazioni internazionali, ad impegnarsi al fine di identificare, prevenire, mitigare e porre rimedio ai rischi per i diritti umani collegati all’evento sportivo.
ROSSI-ZAN-QUARTAPELLE-LOTTI-PRESTIPINO