Parte seconda
Nel giorno dell’ultimo saluto al Presidente David Sassoli, prendo a prestito le parole del Segretario del PD Enrico Letta, “Nella casa della democrazia è tempo di unire le voci”. Rientrando in treno da Roma pensavo a quanto sia necessario prendere esempio dal momento alto che la politica ha vissuto in questi giorni, che ha visto destra e sinistra riconoscere la grande nobiltà di pensiero e di azione di Sassoli.
Il Presidente della Repubblica viene eletto da Senatori, Deputati e delegati regionali, in seduta comune. È un momento chiave della vita del Paese: un nuovo Presidente che, se pur indicato dal Parlamento, deve essere garante di tutti i cittadini. Storicamente Giovanni Leone (51%) è stato il meno votato, mentre all’estremo opposto troviamo Sandro Pertini (82%).
È impensabile che si continui con il clima attuale, come sta accadendo anche grazie alle ultime dichiarazioni che arrivano dal vertice di centrodestra, da dove parte ufficialmente l’indicazione di Silvio Berlusconi. Non può essere un nome presentabile per il ragionamento appena fatto, per il suo passato e il suo profilo. In questo momento dobbiamo ricordare come il Parlamento, unitamente ai grandi elettori, rappresenta tante piccole minoranze che dovrebbero trovare una chiave di lettura unica: serve una candidatura che sia nutrita da ampio e largo consenso, altrimenti la politica italiana perderà un’altra occasione.
Tra poche ore il PD riunirà i gruppi parlamentari e la direzione: il mandato che sono convinto verrà dato al Segretario Letta, e che mi trova oltre modo d’accordo, sarà quello di individuare una figura da proporre alle forze politiche, capace di garantire quella necessaria stabilità, considerato il contesto storico che stiamo vivendo, così da evitare lacerazioni che non sono nell’interesse del Paese.