Nota stampa
Quello che è accaduto oggi è folle, la vicenda MES è stata gestita come fosse una discussione al bar.
La Camera, dopo mesi di rinvii che ci hanno fatto attendere da tutta Europa, ha bloccato la ratifica del Meccanismo europeo di stabilità. Sono stati 184 i voti contrari: più di mezzo Governo, Fratelli d’Italia e Lega, e i 5 stelle fra le file dell’opposizione. Un, si fa per dire, capolavoro politico che non solo farà perdere all’Italia la faccia nei confronti dei nostri partner europei, ma che fa crollare anche la credibilità di questo Governo, del quale emergono chiaramente tutta la confusione e le contraddizioni che lo caratterizzano in tema di politica europea e finanziaria.
La strategia negoziale della Presidente Meloni è stata quella di una logica a pacchetto: patto di stabilità e MES assieme, o tutto o niente. Dopo la sostanziale sconfitta italiana nelle trattative dei giorni scorsi sul primo punto, il Governo ha deciso di affossare il secondo. Affossamento che produrrà effetti non solo su di noi, ma anche su tutta l’Unione Europea che ora si vede priva di uno strumento idoneo ad affrontare le prossime crisi cui sarà esposta.
Sapevamo già che il modo di essere di questo Governo è “debole con i forti, forte con i deboli”, ora forse andrebbe però rivisto in “deboli e basta”. Non si può definire diversamente il doppio flop di questa settimana. Speravamo infatti, per il bene del paese, che la Presidente in Europa si infervorasse come quando in Parlamento inveisce contro le opposizioni, che potesse impuntarsi ed ottenere un nuovo patto di stabilità a misura di crescita e non solo di rigore, invece nulla. La difesa dell’interesse nazionale è solo a parole, quando c’è però da trattare, non si capisce perché, ma riusciamo sempre, prima, a finire in minoranza e, poi, a perdere.
Una scelta a dir poco infantile, del genere “se non vinco io, non vince nessuno”. C’è però un elemento che va considerato: la non ratifica del MES espone i paesi europei al problema in modo asimmetrico. Non saranno certo la Svezia o i Paesi Bassi a rischiare di dover ricorrere al sostegno finanziario europeo, discorso diverso per i paesi mediterranei, Italia in primis.
Viene da chiedersi se, alla luce della bocciatura odierna e secondo la teoria della logica a pacchetto, il patto di stabilità invece approvato sia piaciuto o meno. Se ci va bene non si spiega perché sia stato bocciato il MES. Se invece non ci andava bene, visto che abbiamo bocciato il MES, perché lo abbiamo approvato? La Presidente Meloni deve venire in Parlamento a fornire ampie delucidazioni. Perché la narrazione politica è una cosa, i conti pubblici sono un’altra. Vendetta e propaganda non sono sinonimo di serietà e senso di realtà.
Insomma, abbiamo perso la faccia perché ci siamo rimangiati la parola data, abbiamo palesato le contraddizioni della maggioranza e abbiamo segato il ramo su cui eravamo seduti. Ora c’è solo da sperare che la scelleratezza di questo Governo non ci conduca verso il baratro finanziario. La Presidente spera di riuscire da un lato a far vedere che l’Italia non si piega, dall’altro a non assumersi le responsabilità della bocciatura ricorrendo all’espediente della volontà del Parlamento, come se lei non fosse anche la leader del partito di maggioranza relativa.
Una cosa, purtroppo, la storia ce la ha insegnata: chi fa troppo il brillante con i conti pubblici e l’architettura finanziaria dell’Unione, alla fine le conseguenze le paga. Speriamo solo che a pagare sia la vita politica di questa maggioranza e non direttamente il Paese.