Newsletter del 16 febbraio 2024
Senza agricoltura non c’è vita, questo il senso della breve nota letta dal palco dell’Ariston da Amadeus, a sostegno di una protesta che sta interessando diverse città italiane e che vede il mondo agricolo protagonista, poche ore dopo essere stati ricevuti e ascoltati dalla presidente Meloni a Palazzo Chigi, come è accaduto venerdì pomeriggio, a dimostrazione che finora le loro istanze erano state sottovalutate e che il Pd ha avuto ragione nel criticare le decisioni prese dalla maggioranza.
Se vogliamo salvare le nostre aziende e portare cibo sano in tavola infatti, non possiamo dimenticare o addirittura peggiorare – come nel caso della cancellazione dell’irpef, su cui ora il governo ritratta – le loro condizioni di lavoro.
Costi di produzione troppo elevati, la minaccia della grande distribuzione che si impone sul mercato e sulle dinamiche di remunerazione, concorrenza sleale da parte di Paesi extraeuropei (tra cui anche l’Ucraina), responsabilità della transizione ecologica senza un’adeguata remunerazione, sono solo alcuni delle grandi problematiche che affliggono, in maniera diversificata, la categoria.
Per questo la protesta degli agricoltori, diffusasi in tutta Europa e non solo nel nostro Paese, va guardata con grande attenzione e affrontata con serietà . Occorre essere in grado di cogliere le difficoltà di un mondo, come quello agricolo, che vive un momento di grande disagio ed è arrivato a manifestarlo in maniera eclatante. Ma oltre a dare risposta a chi manifesta, occorre intercettare anche chi, in silenzio, continua a mandare avanti le proprie attività agricole, così preziose poiché riguardano un settore fondamentale, che va dalla coltivazione e gestione della terra e del patrimonio ambientale fino all’alimentazione.
Non credo sinceramente che vada costruita un’iniziativa di unica rivendicazione verso l’Europa, che come Unione oggi vede oltre un quarto del bilancio a sostegno della politiche agricole, ma penso che occorra impostare un dialogo più complessivo e finalizzato anche a accompagnare la transizione ecologica. Il governo, essendo governo, deve portare soluzioni, evitando di scaricare le proprie responsabilità sull’Europa; vista anche la stessa appartenenza politica con il Commissario europeo.
Il governo deve anche indicare una politica chiara, non per inseguire in modo pretestuoso le medaglie di Masterchef, ma per attuare con convinzione le politiche a sostegno del settore primario , senza caricare di ulteriori oneri le imprese agricole.
Quella sottile linea di confine tra l’esibizione artistica e la libertà di pensiero.
“Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera.”
Articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensierocon la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.”
Articolo 21 della nostra Costituzione.
Son partito da due articoli dell’ordinamento europeo e italiano perché è evidente che la libertà di esprimere la propria opinione o il proprio pensiero è un diritto fondamentale , che necessita di essere rispettato e tutelato perché è spesso dalla restrizione delle parole che nascono le prime forme di discriminazione e di limitazione della libertà.
Il dibattito politico e pubblico è stato acceso in questi giorni nei confronti di artisti che hanno usato la propria voce per dare libero spazio al loro sacrosanto diritto di dire ciò che pensano. Una cassa di risonanza sicuramente importante come il Festival di Sanremo, che rappresenta un palcoscenico unico nel panorama musicale e dell’intrattenimento italiano e il seguito di cantanti così riconosciuti tra le giovani generazioni sui social ha dato la possibilità di far arrivare il pensiero a milioni di persone. Pensieri di pace, di libertà, di difesa dei diritti umani, che dovrebbero essere alla base della civile convivenza, a mio modesto parere sono solo utili al risveglio delle singole coscienze.
La musica, con le sue emozioni, con i suoi protagonisti, con le parole contenute nei testi d’altro canto hanno sempre segnato momenti di confronto e discussione sui grandi temi, sulle conquiste di diritti civili e sociali, sulla pace e sulla guerra. La musica ha una potenza che non si può censurare, perché l’arte è uno dei maggiori veicoli di libertà.
Tutto questo con buona pace degli eventuali vertici del servizio pubblico Rai.
Se avete domande o suggerimenti scrivetemi a info@andrearossipd.it
Un caro saluto