Intervista al sito politicanews.it
Qui il link per l’intervista sul sito di informazione politicanews.it.
«Primi giorni della fase 2 dell’emergenza Coronavirus. In attesa del nuovo DPCM, si discute sulle misure da prendere in campo economico e sulle modalità d’aiuto dell’Europa. Di questo e altro ha parlato in esclusiva a Politica News Andrea Rossi, deputato del Partito Democratico.
Primi giorni della seconda fase dell’emergenza. Cosa si aspetta?
“Io sono un inguaribile ottimista, pur consapevole dei problemi del nostro Paese. Penso che gli italiani abbiano risposto in modo responsabile, comprendendo la portata dell’emergenza Coronavirus. Voglio continuare a confidare sui comportamenti individuali e dare fiducia alle nostre comunità. Compatibilmente con i vari protocolli ora bisognerà riaprire le attività produttive. Non si può aspettare il vaccino, bisogna convivere con questo virus”.
Il Governo è stato contestato per alcuni interventi ritenuti tardivi e inefficaci…
“Sicuramente certi provvedimenti potevano essere presi prima e fatti meglio, ma questo può accadere in un momento di grave crisi. Accetto tutte le analisi, ma non ho certezze perché siamo difronte ad un evento unico. Non credo esista nazione al mondo che stia affrontando questa emergenza con garanzie di risultato”.
Come accennava prima, ora bisogna far ripartire l’economia. Cosa propone il suo partito?
“Intanto l’Italia non ha la disponibilità economica e finanziaria della Germania. Questo riguarda le politiche economiche degli ultimi anni. Per quanto riguarda gli interventi, innanzitutto bisogna continuare ad erogare alle famiglie alcune garanzie come fatto con il decreto Cura Italia, affinché non si sentano abbandonate. Quindi dai 600 euro per le partite Iva e gli autonomi fino alla cassa integrazione per i lavoratori dell’industria. Poi è fondamentale fare politiche di sburocratizzazione e semplificazione della macchina amministrativa: maggiore facilità di accesso al credito, processo di autorizzazioni riguardanti anche comuni e regioni, sostegno agli investimenti pubblici. Quest’ultimi riguardano per esempio i cantieri scolastici e le infrastrutture. Serve una politica di tipo keynesiano. Ovviamente non bisogna dimenticare le piccole e medie imprese che devono vedere immissione di liquidità a fondo perduto”.
A proposito di aiuti, come si pone difronte al Mes?
“Vanno accolte tutte le filiere di finanziamento europeo che si possono attivare senza condizionali”.
La Ministra dell’Agricoltura Bellanova ha minacciato le dimissioni se non vengono regolarizzati i migranti che lavorano nei campi. Un problema che sta provocando uno scontro nella maggioranza. Qual è la sua posizione?
“Ci sono battaglie di civiltà che vanno combattute. Non si parla di clandestini, ma di persone che oggi in Italia lavorano nel sommerso non solo in agricoltura, ma anche nell’edilizia e nel mondo delle colf. Non bisogna girarsi dall’altra parte e far finta che il problema non esista. La politica deve assumersi la responsabilità di affrontare la situazione e trovare una soluzione”.
Lei si sta battendo per la ripartenza del calcio. Perché?
“Parliamo della terza industria italiana che produce Pil diretto e indiretto di 10 miliardi, genera in tutto il mondo sportivo 5 miliardi, di cui il 77% derivante da società professionistiche, l’altro 23% dalla restante parte del sistema. Si pensa al calcio come disciplina d’élite, invece attorno ad esso ruotano molte persone con stipendi normali. In caso di stop rischiamo di perdere 46.000 posti di lavoro. La dimensione economica di questa disciplina sportiva non può essere sottovalutata”.»