2 anni dopo la tragedia, Genova e l’Italia hanno un nuovo ponte
Senz’altro quella di ieri è stata una giornata particolarmente simbolica e ricca di commozione e significato: due anni dopo la tragedia, Genova e l’Italia hanno un nuovo ponte. L’opera, resa possibile dalle maestranze impegnate nella sua rapida realizzazione, e alla geniale progettazione di Renzo Piano, non può cancellare il dolore per le 43 vittime colpite dal disastro, ma al tempo stesso dimostra che il nostro Paese può farcela a ripartire, con tutta la serietà e il rispetto per la memoria di chi, sul ponte Morandi, ha perso la vita o i suoi cari. Inoltre, quest’opera non può rimanere un caso isolato come rapidità di intervento, ma dovrebbe rappresentare un invito alla ricostruzione, e alla messa in moto delle migliori energie per ripartire insieme.
Ripartire è necessario, lo sappiamo, ma lo scenario della crisi sanitaria è ancora sullo sfondo: e proprio nell’ultima settimana di lavori della Camera, il premier Conte è intervenuto sulla necessaria proroga dello stato di emergenza: non sono stati evocati i pieni poteri e neanche metodi autoritari, ma credo che siano stati utilizzati gli strumenti più adeguati e flessibili per fronteggiare gli aumenti dei contagi, localizzare e isolare i focolai e garantire la sicurezza di tutti noi.
Ciò è reso possibile attraverso il ricorso a un decreto legge che, passando dal Parlamento, ne evidenzia il protagonismo nei passaggi decisionali importanti. E se la situazione resta invariata rispetto alle scorse settimane, noi siamo sempre, con i nostri comportamenti, i primi responsabili della nostra salute e di chi ci circonda, attraverso le mascherine, il distanziamento e l’opportuna igiene, in attesa del vaccino. Questo provvedimento, infatti, non vuole generare preoccupazione: risultano invece risultano irresponsabili le azioni e dichiarazioni negazioniste di alcuni autorevoli dirigenti dell’opposizione che stanno soffiando, pericolosamente, sulla tensione sociale.
Sempre la scorsa settimana, è stato approvato il nuovo scostamento di bilancio del valore 25 miliardi, che consente di intervenire a sostegno di imprese, famiglie e lavoratori attraverso il Decreto Agosto. Terzo scostamento di bilancio a partire da marzo, esso produce fino a 6 punti di Pil di maggior indebitamento, con 100 miliardi di scostamento complessivi contenuti nei tre decreti (Cura Italia, Rilancio e Agosto). Di questa cifra finale, ben 35 miliardi sono stati utilizzati per coprire la CIG, 40 miliardi vanno a sostegno del sistema delle imprese, 12 miliardi a favore degli enti locali territoriali, Regioni e Comuni, mentre 11 miliardi saranno destinati a sanità, scuola e servizi pubblici. Si tratta di interventi urgenti per dare una risposta all’emergenza in un momento delicatissimo di ripresa, in cui si è in bilico tra una crisi sanitaria ancora non del tutto superata e lo spettro, da evitare, della recessione. Illustrando il decreto agosto, il Ministro Gualtieri, nel suo intervento alla Camera, ha anticipato che le misure saranno in particolar modo rivolte a garantire l’occupazione con il finanziamento della CIG, agli interventi in ambito fiscale con ulteriori deroghe a moratorie su mutui e prestiti oltre che alle scadenze fiscali; all’istruzione, per garantire un avvio ordinato dell’anno scolastico in condizioni di sicurezza, alla contribuzione per gli enti locali e, infine, a misure più puntuali a sostegno della ripresa, compresi gli investimenti in alcuni settori di filiera come quello dell’automotive e del turismo.
Infine, con l’ultima giornata giocata domenica scorsa, si è concluso il campionato di calcico di serie A. In precedenza, era stato portato a termine anche quello di Lega Pro, e con la disputa dei play off è stata completata anche la serie B con relative promozioni e retrocessioni. Quando durante il lockdown insieme ai miei colleghi abbiamo detto chiaramente che era importante far ripartire il campionato di calcio, ricordo bene che ci è stato fatto notare di non avere abbastanza a cuore l’interesse generale, nel pieno dell’emergenza sanitaria. A detta di alcuni, ben altri erano i problemi del Paese: ma in tal modo, settori come lo sport e più in generale il vasto mondo dell’intrattenimento come gli spettacoli dal vivo e la cultura, venivano relegati a comparti di fatto secondari per la ripresa del nostro Paese, mentre vanno considerati, come altri, capaci di contribuire a risollevare l’economia del Paese.
Senz’altro si è trattato di un campionato difficile, vista l’emergenza sanitaria che ha comportato profondi cambiamenti sportivi e sanitari, oltre che il gioco praticato a porte chiuse. Ma lo svolgimento e la conclusione del campionato, con i risultati acquisiti sul campo e non a tavolino, ha quindi costituito un segnale chiaro: il mondo dello sport può tornare a vivere, e ridare speranza, emozioni e fiducia nel futuro ai tanti italiani che lo seguono con grande attaccamento.
A partire da questi giorni quindi, come già fatto presente anche al Ministro Spadafora, il quale condivide il nostro impegno, occorre che il pubblico ritorni nei grandi eventi sportivi, sempre con le giuste e doverose precauzioni e con tutte le attenzioni sanitarie del caso. Servono inoltre indicazioni chiare e certe per la ripresa, a tutti i livelli, dei campionati degli sport di squadra. Non va dimenticato poi, il sostegno convinto al diffuso mondo dell’associazionismo dilettantistico, che rappresenta l’ossatura dello sport italiano: uno degli interventi economici più appropriati, è senz’altro quello del credito di imposta per le sponsorizzazioni.
Non smetterò mai di sottolineare l’importanza del movimento sportivo per il nostro Paese, dal punto di vista economico e sociale: lo sport, nella sua interezza, non merita di essere relegato a settore secondario, ma deve essere protagonista delle politiche pubbliche, e il mio lavoro in Parlamento va in questa direzione.