Un sogno “tra palco e realtà”
È un sogno iniziato ormai 10 anni fa, quello dell’Arena Campovolo. Era basato sulla potenza e la riuscita di eventi come il grande concerto degli U2 nel 1997, Italia Loves Emilia nel 2012 e quelli dell’artista di casa Luciano Ligabue in diverse occasioni. Si fondava anche sulla particolare centralità di Reggio Emilia, accresciuta dalla presenza di una fermata di Alta velocità. Per renderlo realizzabile, occorreva anche un pizzico di lungimiranza e capacità di guardare oltre il presente: un luogo del genere, come l’Università o come una stazione Tav, resta per sempre nel patrimonio di una città, ma comporta scontri, mediazioni, impegno.
Questo progetto, centrale, con la riqualificazione delle Ex Reggiane nello sviluppo dell’area nord, è stato reso possibile da una positiva alleanza tra investitori privati che ci hanno creduto e da un sistema territoriale, come Comune e Regione che sono stati capaci di coglierne le opportunità, e non solo le difficoltà di realizzazione. Un passaggio fondamentale di tutto il percorso, sicuramente, sta nel contributo arrivato dall’Europa attraverso i Fondi Por Fesr della Regione di 1,7 milioni, che hanno consentito di lanciare il cuore oltre l’ostacolo e sono stati il volano di tutta l’operazione. E sono felice che il mio ruolo allora ricoperto in Regione mi abbia permesso di lavorare a favore di questa idea ambiziosa a favore della città.
Oggi l’Arena è una realtà, che attende di essere inaugurata con tutti gli onori, non appena la pandemia – speriamo il più presto possibile – si allontanerà dalle nostre vite. Un risultato straordinario, che presto dimostrerà che la scommessa con il futuro è stata vinta. Intanto, apriamo le finestre il 10 settembre che qualche nota di Luciano Ligabue (il quale inaugurerà per primo l’arena con un concerto senza pubblico) potrebbe riecheggiare nell’aria.