Ricordo dell’artista alla Camera dei deputati
Gentile Presidente, voglio portare in quest’Aula, a nome del gruppo del Partito Democratico, un messaggio di cordoglio e vicinanza alla moglie Pina, ai figli Mirna, Carolina e Mirko per la scomparsa, la settimana scorsa, di Raoul Casadei.
Lo faccio in quest’Aula perché -come è stato ricordato da tanti protagonisti della musica, del giornalismo, della politica e delle istituzioni – Raoul Casadei è stato, in Italia, un artista che ha segnato non solo la sua Romagna, ma anche il nostro Paese, accompagnando la rinascita del dopoguerra con i suoi passi di uomo e di musicista.
Quando ancora sedicenne imbracciò la chitarra, sulle orme della già famosa tradizione della Orchestra Casadei rappresentata da Secondo, decise di continuare quella profonda tradizione di musica popolare del ballo liscio che per la Romagna ha rappresentato una forma di arte, di intrattenimento e addirittura un modo di vivere e di pensare; una tradizione che però lui è stato capace di innovare e far evolvere, con una contaminazione pop che l’ha proiettato sul palcoscenico nazionale e l’ha fatto diventare patrimonio popolare di tutto il Paese.
Riuscì a impersonare, come accade nelle situazioni più felici, un’epoca: è stato un artista che con la sua musica ha segnato il passaggio dell’Italia profondamente scossa dal dopoguerra a quella, finalmente rinata e prospera, che amava ritrovarsi nelle piazze, nelle balere, nelle aie, nelle case.
E con questo ballo di coppia, come ci ha ricordato Aldo Cazzullo sul Corriere, Raoul ha accompagnato l’Italia spensierata e ha addirittura aiutato con la musica popolare, che trova la sua essenza nello stare insieme e nel condividere, a costruire quelle comunità solidali e coese di cui, come rappresentante di queste terre vivaci, vado particolarmente orgoglioso e fiero.
Ci lascia un artista solare, come lui amava definire la sua musica, profondamente legato alle sue origini, alla sua Romagna e alla sua famiglia. Sono stato tra i tanti che hanno avuto la fortuna di poterlo conoscere (da profondo estimatore del liscio tradizionale, fatto insolito per la mia generazione) e di cui serberò un caldo ricordo, e sono quindi orgoglioso di portare qui questo saluto e questo sentito pensiero. C’è un brano che è risuonato in tanti eventi dell’orchestra Casadei, intitolato La Mia Gente, Casadei: “la mia gente che mi vuole bene, la mia gente che mi sa capir, la mia gente che mi aspetta ancora, la gente mia ce l’ho qui nel cuor”; ecco, quest’oggi, nel cuore portiamo questo grande artista, perché i grandi artisti rimarranno eterni.