La rubrica quotidiana per l’elezione del Presidente della Repubblica
Un sole timido, che si intravede nella foschia, e un’aria pungente porgono il loro buongiorno padano. Può sembrare una domenica come tante: il lento risveglio, le coccole della piccola che si gode mamma e papà nell’unica mattinata che si trascorre insieme. La solita routine domenicale, scandita dai ritmi lenti e dalle piccole cose.
Sembra una domenica qualunque, e non lo è: ce ne si accorge già la sera quando, nell’andare a letto, è palpabile l’emozione dei bambini, quando non si vede l’ora che sia già mattina, consapevoli che il giorno dopo ci attende qualcosa di eccezionale. La sensazione ci accompagna nel sonno: da questa energia ci si rende conto che si sta per vivere un momento unico nella propria vita politica. Poiché questa domenica familiare si trasforma in una domenica di viaggio verso Roma, per partecipare alla prima dei grandi elettori e poi del partito democratico che non sono altro che il preludio della prima chiama, che inizierà domani in ordine alfabetico.
Dopo un pranzo domenicale tradizionale, caratterizzato da cappelletti e bollito misto, saluto la famiglia e la piccola, questa volta con un indefinito: “ciao amore, torno presto!”, non sapendo di quanto tempo si tratterà.
L’incertezza della fase politica potrebbe portare a un presidente eletto alla seconda o alla terza chiama, ma anche alla sesta o alla settima. L’indeterminatezza mi accompagna anche nella preparazione della valigia che, nelle sue dimensioni ampie, è legata alla permanenza a Roma per un’elezione straordinaria.
La Mediopadana mi accoglie, schermata dalla foschia. Ho il tempo di fare una foto per il post che pubblicherò sui social e che preannuncia l’avvio di questa bellissima responsabilità: “Ci siamo, alle 17 prima riunione dei grandi elettori PD, domani alle 18.38 la prima chiama. È un’emozione che fa tremare le gambe: non trovo altro modo per raccontare il mio stato d’animo attuale. Sta iniziando la settimana più importante della legislatura e, senza retorica, una delle più significative della mia vita politica”.
Durante il viaggio in un treno deserto, spunta nelle agenzie il nome di Andrea Riccardi, presidente della comunità di Sant’Egidio, ex ministro: rimarrà l’unica novità di rilievo della giornata. Per il resto, riunioni dei gruppi, incontri bilaterali e telefonate definiscono un quadro sempre incerto come peraltro è la rappresentazione parlamentare attuale, in quanto somma di minoranze. Arrivando alla Camera per la riunione del Gruppo PD, sono palpabili l’attesa e l’attenzione; lo si nota dalla presenza di giornalisti e telecamere in ogni angolo, dal controllo più attento delle forze dell’ordine e dallo sguardo dei passanti più accorti, i quali sanno ciò che sta accadendo in questo momento.
Puntuali come non mai, iniziamo l’incontro dei grandi elettori che si apre e si conclude, con la relazione del segretario Enrico Letta che dura quasi un’ora.
Sebbene non emergano ancora indicazioni ufficiali, è sempre più probabile, almeno per il PD, che alla prima chiama vi sarà scheda bianca. È un chiaro segnale di responsabilità, alla ricerca della condivisione massima, senza volere mettere il cappello, per ora, su alcuna ipotesi di candidatura.